Addio, GattoCarlo!

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Come farò a guardare i tramonti adesso? Questo è l’unico tipo tramonto che volevo vedere, ma ora non sarà più possibile rifare uno scatto del genere perché ci siamo arresi davanti alla malattia e abbiamo deciso di lasciarlo andare.
Grazie a tutti per il conforto che ci avete dato con i vostri messaggi pieni di affetto. Abbiamo sentito davvero la vostra vicinanza.  Molti di voi ci sono già passati e sanno cosa vuol dire perdere un amico, un bimbo peloso, un membro della famiglia a tutti gli effetti. So di aver fatto tutto il possibile per lui in questi 2 anni di malattia. Sabato mattina, dopo aver parlato con la veterinaria avevo già deciso e il week end è stato molto difficile da superare ma mi è servito per dirgli tutto quello che dovevo dirgli, raccomandargli di cercare Piuma e farsi spiegare come funzionano le cose dall’altra parte dove, sono certa, non esiste il dolore. Gli ho detto ancora una volta quanto gli voglio bene e gli ho chiesto di aspettarmi, perché ci ritroveremo in qualche maniera. Non può essere altrimenti.
Dopo pranzo mi sono sdraiata sul divano e l’ho preso in braccio fino al momento dell’appuntamento. Non gli ho staccato gli occhi di dosso cercando di fissare nella mia memoria ogni dettaglio del suo muso, la M disegnata sulla sua fronte, i gommini rosa e i ciuffi bianchi tra le sue dita.
Mi mancherai, tanto, lo so. Come faccio adesso? Il cartone delle nanne della notte in cucina non c’è più, quello delle dormite della mattina neanche. Il bagno di Marcello senza la lettiera sembra troppo grande. Giro per casa e mi sembra vuota. Troppi spazi vuoti!
Per ora sono tranquilla e serena, sarà forse merito del Rescue Remedy dei Fiori di Bach che ho preso a più riprese da stamattina e suppongo che la botta arriverà dopo, perché sono sicura che arriverà! Magari stasera quando aspetterò invano che mi chiami per portarlo davanti alle ciotole mentre lavo i piatti, o stanotte nel silenzio della camera dove tenderò l’orecchio inutilmente cercando di accertarmi che non abbia bisogno di me un’ultima volta per andare alla lettiera. Di sicuro, il senso di perdita arriverà. Il dolore è come un peso grigio sulla bocca dello stomaco che, a ondate, ti risale fino alla gola togliendoti il respiro e stamattina, ne ho avuto un assaggio.
Mi mancherai, Topino amore mio! Come farò adesso senza di te? 😦

C’è chi dice no…al boia

Targa

Il Connecticut è il 17esimo stato americano ad abolire la pena di morte. Il quinto negli ultimi 5 anni. Dopo i sì di Senato e Camera nelle scorse settimane, è arrivata la firma del governatore, Dannel Malloy. Un risultato al quale le organizzazioni per i diritti umani guardano con soddisfazione, peccato però che la proposta di legge non sia retroattiva e che rimangano ancora 11 persone a rischio esecuzione.

Qualche mese fa, facendo geocaching, abbiamo scoperto la nostra ventiduesima scatola sulla “Terrazza sul Tirreno” a Montescudaio. Nelle vicinanze, ho fotografato questa targa affissa sulla Torre Civica. Sono più di 1400 le città nel mondo che si sono dichiarate “Città per la vita” e si impegnano per l’abolizione della pena di morte, illuminando simbolicamente il loro monumento più importante: Il Colosseo di Roma, la torre del municipio di Berlino, l’Atomium di Bruxelles, la cattedrale di Barcellona…….e la piccola Torre Civica di Montescudaio.

Giardinaggio

Paletta
Sicuramente non è la stagione più indicata per fare giardinaggio ma il mio amico Luca mi ha assicurato che il rosmarino è una pianta rustica che attacca dovunque e in qualsiasi condizione. Chissà se resisterà anche alla vita in fioriera, a casa di una che notoriamente non ha la mano verde? Per farlo sentire a suo agio, mi sono anche procurato un bel po’ di terra buona  così se l’esperimento andrà a buon fine, potrò fare un’altra fioriera, magari di salvia, di erba cipollina e prezzemolo. Direi che ci ho messo tutta la mia buona volontà, ora tocca al rosmarino dimostrarmi un minimo di riconoscenza.

"Ti prego, non mi morire subito! "

Pavarotti

Pavarotti
Oggi Google ci ricorda con uno dei suoi loghi che, se non fosse mancato un mese fa, il maestro Luciano Pavarotti avrebbe compiuto 72 anni. Tanti auguri Big Luciano, ovunque tu sia!

Addio Nerina

Nerina
Non hai avuto molta fortuna nella tua vita: non hai avuto una casa, eri malata e nessuna medicina poteva guarirti. Nonostante tutto, il cibo non ti è mai mancato, grazie al buon cuore di alcune persone della zona e stamattina hai scelto di venire a morire davanti alla mia porta. Mi dispiace non esserti stata vicina in quel momento. Ora riposi vicino all’ulivo dove ti arrampicavi per prendere il sole e controllare la tua ciotola dall’alto. Adesso non soffri più e puoi correre, finalmente libera, verso il Ponte dell’ Arcobaleno.



Tu n’as pas eu beaucoup de chance au cours de ta vie: tu vivais dehors, tu étais malade et aucun médicament ne pouvait te guérir.  Malgré tout, la nourriture ne t’a jamais manquée grâce au bon coeur de quelques personnes du quartier et ce matin, tu as choisi de venir mourir devant ma porte. Je regrette de ne pas avoir pu être à tes côtés à ce moment là. Tu reposes désormais près de l’olivier sur lequel tu grimpais pour controler de là-haut ton assiette, et te réchauffer au soleil. Maintenant tu ne souffres plus et tu peux courir, enfin libre, vers le Pont de l’Arc en Ciel.

Addio, Bruno Lauzi

Bruno Lauzi
on questa lettera aperta scritta a Mr. Parkinson con la sua consueta ironia, Bruno Lauzi, il noto cantautore genovese, malato da tempo e scomparso Martedi all’età di 69 anni,  lancia dal suo sito un appello a favore della lotta contro questa  terribile malattia. Ecco il testo:

“Egregio Signore, non è con piacere che le scrivo questa lettera, ma d’altra parte avrei dovuto parlarle a quattr’occhi, affrontarla di persona, sopportare quel suo subdolo modo di fare che è quanto c’è di peggio per far perdere la pazienza anche ad un santo, figuriamoci a me. Le scrivo, come può notare, col computer, perché la mia calligrafia s’è fatta illeggibile e così minuscola che i miei collaboratori devono usare la lente d’ingrandimento per riuscire a decifrarla… Perché le scrivo? E’ presto detto: io ho superato con una certa disinvoltura l’imbarazzo che lei (l’ho scritto senza maiuscola, non la merita) mi ha creato chiedendo pubblicamente la mia mano ed ovviamente ottenendola.

Convivere con un ufficiale inglese a riposo, già condannato nel Punjab per ripetuti tentativi di violenza neurologica su qualunque essere di qualunque specie (le cose si vengono a sapere, come vede…) non è stato facile, la mia è una famiglia è all’antica e non ha apprezzato. MA ORA LEI STA ESAGERANDO, signore, glielo devo dire. Quando è troppo è troppo, e il troppo stroppia! C’è un proverbio arabo che dice: ”Se hai un amico di miele non lo leccare tutto”, INVECE LEI S’APPROFITTA D’OGNI RILASSATEZZA, DELL’ABBASSAMENTO DELLA GUARDIA NELLA BATTAGLIA QUOTIDIANA, ci proibisce di pensare ad altro, contando sulla superficialità con cui io ho affrontato l’insorgere del male… si sa, gli artisti sono farfalloni incoscienti… no, vecchio caprone, non le sarà facile, né con me né con gli altri, la Resistenza è cominciata.

Perché, vede, io e i miei fratelli e sorelle malati abbiamo tante cose da fare, una vita da portare avanti meglio di così! D’ora in avanti prometto che starò più attento ai consigli dei miei dottori, e che mi impegnerò maggiormente nell’aiutarli nella raccolta dei fondi necessari per la ricerca. Anzi sul tema della solidarietà mi ci gioco una mano, la mano che, pitturata e serigrafata fa da piedistallo ad una poesia contro di lei, colonnello dei miei stivali, funzionando da incentivo a dare…già, poiché a chiunque faccia un’offerta per la ricerca verrà inviata “LA MANO” come ricordo e memento… Siamo in tanti, tante mani si leveranno contro di lei e cercheranno di restituirle colpo su colpo fino a quando non riusciranno ad acchiapparla per la collottola e mandarla all’Inferno cui appartiene, bestiaccia immonda, sterco del demonio, nostra croce senza delizie… Parola mia, di questo omino per molti un po’ buffo, per altri un po’ patetico, ma che vive il sogno di poterla, un giorno non lontano, prendere a schiaffi. A mano ferma. Mi stia male e a non rivederla.”

BRUNO LAUZI



‘est par le biais d’une lettre ouverte écrite avec son habituelle ironie à l’adresse de Mr Parkinson, que le chanteur-compositeur gênois Bruno Lauzi, décédé Mardi à l’age de 69 ans, lance un appel en faveur de la lutte contre cette terrible maladie. Voici le texte de cette lettre:

“Monsieur, je n’ai pas le plaisir de vous écrire cette lettre, mais de toute façon j’aurais du vous parler et vous affronter personnellement, supporter votre façon de faire tellement sournoise, qu’elle ferait perdre la patience  même à un saint, vous pouvez vous imaginer si je ne la perds pas, moi. Je vous écris par ordinateur, comme vous pouvez le constater, parce que mon écriture est devenue illisible et minuscule au point d’obliger mes collaborateurs à utiliser la loupe pour réussir à la déchiffrer… Pourquoi suis je en train de vous écrire? C’est très simple: J’ai vaincu avec une certaine désinvolture l’embarras que vous (je l’ai écrit sans majuscule car vous ne la méritez pas) m’avez créé en me demandant publiquement ma main et évidemment en l’obtenant.

Vivre avec un officier anglais en repos, déja condamné au Punjab pour temptatives réitérées de violence neurologique sur tout être de toutes sortes (les choses se savent, vous voyez…) n’a pas été facile, ma famille est à l’ancienne et n’a pas apprécié. MAIS MAINTENANT VOUS EXAGEREZ, monsieur, je dois vous le dire. Trop c’est trop!  Un proverbe arabe dit: ”Si tu as una ami de miel, ne le lêche pas complètement”, MAIS VOUS, VOUS PROFITEZ DE CHAQUE INSTANT DE RELACHEMENT, QUAND ON BAISSE LA GARDE AU COURS DE LA BATAILLE QUOTIDIENNE, vous nous empêchez de penser à autre chose, comptant sur la superficialité avec laquelle j’ai affronté le début du mal… chacun le sait, les artistes sont inconscients…non, vieux bouc, vous aurez du fil à retordre, avec moi et avec les autres, la Résistence a commencé.

Car voyez vous, mes frères et soeurs malades et moi, nous avons plein de choses à faire, une vie à vivre mieux que cela!  Â partir de maintenant je promets d’écouter avec plus d’attention les conseils de mes médecins et de m’occuper d’avantage de la recherche des fonds nécéssaires à la Recherche. Je dirais même plus, je parie une de mes mains sur le thème de la solidarité, la main peinte et sérigraphiée qui sert de piédestal à une poésie contre vous, colonnel de mes pieds, qui servira a promouvoir les dons…puisque tous ceux qui offriront quelque chose pour la recherche, recevront LA MAIN comme souvenir et pense-bête….Nous sommes nombreux, de nombreuses mains se lèveront contre vous et essayeront de vous rendre coup sur coup jusqu’au moment où elles réussiront à vous attrapper par le col et elles vous expédiront à l’enfer auquel vous appartenez, bête immonde, merde du démon, notre épine sans rose….Je vous donne ma parole, moi, ce bonhomme que certains considèrent drôle, d’autres pathétique, moi qui vis le rêve de pouvoir, un jour, bientôt, vous giffler. D’une main ferme. Â ne pas vous revoir.

L’invasione delle mosche

MoscaE'finita l’estate e le mosche sentono avvicinarsi la loro fine. Stanno invadendo le nostre case, come se non ci fosse posto più adatto per cercare di riprodursi velocemente. Mi danno fastidio, preferisco quasi le zanzare! Per liberarmene ho tre soluzioni:

  • Usare il metodo cruento del Fulminator, una racchetta elettrificata che fa miracoli contro le zanzare ma per le mosche dal volo veloce e imprevidibile, il risultato è ben più incerto.
  • Spruzzare l’insetticida ogni mattina ma temo che alla fine quella che stramazzerà al suolo sarò solo io.
  • Riprovare il sistema del cartello appiccicato alla finestra con un gigantesco 58: le mosche, (pare……dicono….forse….sembra….) lo scambiano per la silhouette di un grosso ragno minaccioso e preferiscono girare alla larga. Ora, non vorrei  che la mia impressione derivasse da una suggestione psicologica ma mi sembra che l’anno scorso, questo sistema funzionò abbastanza bene. Ora ci riprovo!


L‘ été est fini et les mouches sentent que leur fin est proche. Elles envahissent nos maisons comme si c’était l’endroit idéal pour essayer de se reproduire au plus vite. Elles sont vraiment gênantes, je préfère presque les moustiques! J’ai trois solutions pour m’en débarasser:

  • Utiliser la violence du Fulminator, une sorte de raquette électrifiée qui fait des miracles contre les moustiques, mais les mouches sont beaucoup plus rapides et difficiles à chopper.
  • Vaporiser de l’insecticide tous les matins, mais je crains que je serais la seule à tomber raide.
  • Retempter le coup du gigantesque 58 à afficher sur la fenêtre: on dit …il paraît….il semblerait que les mouches le prennent pour la silhouette d’une grosse araignée menaçante et préfèrent aller voler ailleurs. Ce sera peut-être psychique mais il me semble que ce système a assez bien marché l’an dernier. Je vais le remettre en pratique!

Tributo all’ 11 settembre

WTCCi sono date che segnano un’epoca, che cambiano il mondo ed entreranno a far parte dei libri di storia. Una di queste è l’11 settembre 2001. Sono già passati 5 anni dall’attentato delle Torri Gemelle nel quale persero la vita 2996 persone. Come dicevo ci sono date che ti segnano, che non dimenticherai mai più. Sono sicura che tutti si ricordano perfettamente di quel giorno.

Io ero a Brescia, in biblioteca, stavo cercando dei documenti per la mia ricerca genealogica. Il bibliotecario ricevette una telefonata nella quale gli dicevano cos’era successo. "Un aereo contro il World Trade Center" e lui, trasmise la notizie a tutti i presenti. Sul momento non capimmo, pensavamo ad un banale incidente, siamo stati senza TV tutto il giorno. Poi nel corso della giornata ma specialmente durante il viaggio di ritorno le cose si fecero più chiare e terribili, grazie agli aggiornamenti ininterrotti che trasmise  RTL 102.5 per tutto il giorno e tutta la notte.
Nessun altra giornata è impressa in modo cosi profondo e preciso nella mia memoria.



Il y a des dates importantes, des jours qui changent le monde et entrent dans les livres d’histoire. Une de ces dates est le 11 septembre 2001.  Cinq ans sont déjà passés depuis l’attentat des Tours Jumelles, au cours duquel 2996 personnes ont perdu la vie. Je disas qu’il y a des dates qui te marquent, que l’on n’oubliera plus et je suis sûre que chacun se souvient parfaitement de ce jour.

Pou ma part, j’étais à  la bibliothèque de Brescia, je cherchais des documents pour mon dossier de généalogie. Le bibliothécaire a reçu un coup de téléphone et il fut mis au courant de ce qu’il était arrivé. "Un avion a heurté le World Trade Center". C’est lui qui nous a retransmis la nouvelle. Sur le coup nous n’avions pas compris grand chose, nous pensions qu’il s’agissait seulement d’un simple accident, n’ayant pas pu voir la télé. Petit à petit, les choses se sont éclaircies, terriblement éclaircies, même, C’est surtout pendant le voyage de retour que nous avons pris conscience de la gravité de la situation, grâce aux informations continues diffusées par RTL 102.5 24 heures sur 24. Je crois qu’à part ce 11 septembre, aucune autre date n’est gravée dans ma mémoire de façon aussi forte et précise.